giovedì 13 ottobre 2016

La formazione è un'avventura

Le esperienze estreme servono a imparare a gestire l'imprevisto?
Sembra di sì. Ce lo racconta "Italia Oggi".

"Formarsi scalando una montagna o affrontando una tempesta in mare aperto. Perché solo superando le improvvise e imprevedibili difficoltà ambientali si può acquisire quella prontezza di reazione che sul lavoro permetterà di affrontare le criticità e migliorare produttività aziendale e risultati personali."

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"Basta dare un'occhiata all'attuale contesto socio-economico: altamente Volatile, Incerto, Complesso a Ambiguo (Vuca, l'espressione coniata dalla US Army per descrivere il mondo dopo la fine della Guerra Fredda).

La sensazione di insicurezza e le conseguenti paure si riflettono sulle organizzazioni aziendali sui contesti professionali. Da qui la necessità di introdurre strumenti di formazione innovativi, come l'adventure trainig, in grado di far evolvere le abilità del singolo e la sua capacità di interpretare e superare con successo sfide complesse.

Il clima di strutturale incertezza che stiamo vivendo impone un cambio di atteggiamento che porti a considerare l'imprevedibilità come una costante.

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Imprese e singoli individui devono imparare a uscire dalla propria comfort zone. Affrontare situazioni di particolare criticità, in condizioni avverse e lontane dalla consuetudine, permette di potenziare le cosiddette soft skill dei collaboratori per il miglioramento della produttività aziendale e il conseguimento di risultati personali e di gruppo impensabili. 

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