mercoledì 9 novembre 2011

L'utopia di Adriano Olivetti diventa realtà

Sul numero del Venerdì di Repubblica di un paio di settimane fa abbiamo trovato un interessante articolo su Adriano Olivetti, preparato perché in questi giorni è stato pubblicato un fumetto che immagina che le sue idee rivoluzionarie ispirino un nuovo Rinascimento nell'Italia del 2060.

Ve ne riportiamo alcuni stralci.

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Provate a immaginarlo. "Adriano aveva allora la barba, una barba incolta e ricciuta, di un colore fuulvo; aveva lunghi capelli biondo fulvi, che si arricciolavano sulla nuca, ed era grasso e pallido.
La divisa militare gli cadeva male sulle spalle, che erano grasse e tonde; e non ho mai visto una persona, in panni grigio verdi e con una pistola alla cintola, più goffa e meno marziale di lui..."

Così Natalia Ginzburg, che sarebbe diventata sua cognata, descriveva in "Lessico famigliare" un giovane Adriano Olivetti.

"Aveva un'aria molto malinconica, forse perché non gli piaceva niente fare il soldato; era timido e silenzioso, ma quando parlava, parlava allora a lungo e a voce bassisssima, e diceva cose confuse ed oscure, fissando il vuoto con piccoli occhi celesti, che erano insieme freddi e sognanti..."

(...)

Il fumetto proietta Olivetti nel 2060, a un secolo esatto dalla sua scomparsa.

(...)

Olivetti dipana il proprio pensiero in un'intervista immaginaria rilasciata a una studentessa in vista del bicentenario dell'unità d'Italia. Un'Italia che - immagina la graphic novel - sta vivendo un Nuovo Rinascimento, organizzata in distretti culturali che avvicinano cittadini e funzionari, produttori e consumatori, il Nord e il Sud, secondo la lezione dell'ingegnere di Ivrea.

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